I consiglieri Cassiani (Pd) e Tronzano (Fi) e i rappresentanti degli operatori criticano i dati sul gioco diffusi dalla Regione Piemonte e l’assenza di numeri sul Gap.
“Auspico che la risonanza data alla pronuncia di sospensione non incida negativamente sul difficile percorso che stiamo affrontando da anni”.
Dopo la pubblicazione dei dati sugli “effetti” della legge sul Gap rilevati dalla Regione Piemonte arrivano i commenti a caldo dei consiglieri regionali che nel corso della discussione della legge Omnibus di qualche mese fa tentarono di bloccare la retroattività della normativa con alcuni emendamenti, poi bocciati, e di riaprire la discussione sul testo.
Il primo a offrire il suo punto di vista a Gioconews.it è il consigliere Luca Cassiani (Pd): “La diminuzione del 5 percento su un giocato complessivo di 5 miliardi non è significativa e non si può distruggere un settore per questo, specie se si considera che l’online è aumentato, e non sappiamo di quanto, e che lo stesso vale per l’illegale, secondo quanto rilevato dalla Guardia di finanza. Quindi, aspettiamo i dati ‘veri’ del ministero. C’è sì una discesa del giocato, ma è relativa al 2017, quando non c’era ancora il distanziometro”.Il prossimo passo è aspettare i verdetti della giurisprudenza. “Dopo le sentenze del tribunale regionale di giustizia amministrativa di Bolzano sulla possibile incostituzionalità del distanziometro contenuto nella legge provinciale sul gioco, stiamo aspettando la parola ‘fine’ della Corte costituzionale, quindi torneremo sulla vicenda non appena la giustizia costringerà la Regione a prenderne atto”. Dello stesso avviso Andrea Tronzano (Fi): “Credo che i dati offerti dalla Regione siano stati analizzati con pregiudizio. Nella sostanza non emerge un evidente contrasto al Gap, che poi sarebbe la finalità della legge, non ci sono numeri su questo.La lieve diminuzione del giocato può attribuirsi alla ‘cultura’ piemontese, al nostro tipico senso della misura, non penso sia dovuto alla legge regionale.Stanno mettendo a rischio un intero settore e gli investimenti fatti negli scorsi anni per una flessione fisiologica del gioco.Servirebbe un’analisi migliore, visto che l’attuale in fondo si basa solo sull’imminenza delle elezioni regionali, un momento in cui si dicono certe cose solo perché ‘serve’ dirle così.Mi fa sorridere Chiamparino e la sua esultanza, anche se proprio lui a suo tempo ha messo in guardia sulle conseguenze di una legge troppo restrittiva; il suo comportamento non è da buon presidente di regione, visto che dovrebbe valutare tutta una serie di interessi, non sono quelli elettorali. Speriamo di riprendere la discussione in commissione dopo l’appello lanciato dal consigliere Andrea Appiano (Pd), senza considerare che comunque l’effetto espulsivo resta”. IL COMMENTO DI ROSSI (AS.TRO) – Insieme a quelli della politica, arrivano anche i commenti dei rappresentanti degli operatori del gioco.“La Regione Piemonte cerca di fare propaganda di un successo che invece non esiste: i dati sul calo della raccolta in Piemonte diffusi dalla Regione si riferiscono al 2016 e al 2017, ovvero anni in cui non era ancora in vigore la norma sul ‘distanziometro’, mentre i dati relativi al 2018 non sono stati diffusi da Adm”, sottolinea Luciano Rossi, consigliere dell’associazione As.Tro e responsabile per il Piemonte.“Gli unici dati ufficiali disponibili dell’anno 2018 sono quelli relativi al primo quadrimestrein cui si registra una modesta flessione del volume complessivo di giocate -pari al -3,8 percento- ed uno spostamento della raccolta verso altre tipologie di gioco che vedono aumentare le proprie performance ( ad esempio gratta e vinci +11,8 percento, Vlt +8,94 percento, bingo di sala +1,69 percento, Lotto e 10 lotto +10,5 percento)”, continua Rossi.Il consigliere As.Tro aggiunge: “Dopo un picco nella raccolta, si registra effettivamente un calo nel 2016 e nel 2017 che era già stato evidenziato da As.tro in audizione con i consiglieri regionali a riprova del fatto che non esisteva nessuna emergenza che potesse giustificare l’entrata in vigore del distanziometro, ovvero una misura che ha avuto come unico effetto quello di azzerare la rete generalista del gioco lecito. È un peccato che la Regione si ostini nel basarsi su numeri che sono il frutto di interpretazioni personali. Noi non possiamo che basarci solo sui dati ufficiali forniti da Adm. Speriamo almeno che la Regione avalli la nostra richiesta di incontro per darci la possibilità di confrontarci su numeri reali”, conclude.
fonte gioconews.it