Analisi della 7a giornata di Serie A – La 7a giornata di serie A ci ha regalato risultati sorprendenti: era dal 1955 che le squadre più blasonate del campionato, ovvero Juventus, Inter, Milan e Roma non perdevano contemporaneamente nella stessa giornata, andiamo a vedere nel dettaglio cosa è successo nelle partite più importanti della giornata:
Udinese – Inter 3 – 1
Cremonese – Lazio 4 – 0
Roma Atalanta 0 – 1
Milan e Napoli 1 – 2
Analisi della 7a giornata di Serie A – Risultati sorprendenti con tante tematiche, la ripresa di squadre in difficoltà, il ritorno in difficoltà di squadra che si erano riprese, vittorie di “corto muso” quantomeno per il risultato ma non per la dinamica.
Partiamo dall’Inter
La crisi che Inzaghi sembrava aver superato è ritornata e reato già da qualche settimana possiamo parlare di una “involuzione” dell’Inter sotto tutti i punti di vista: emotivo, psicologico, tecnico e tattico.
Era già da qualche settimana un Inter che non riusciva a mostrare calcio, una proposta interessante, e che sembrava avesse quasi paura di giocare le partite, paura di attaccare, paura di segnare.
Un fantasma che è ritornato perché evidentemente Inzaghi non sta dando quello che dovrebbe dare e forse non è in grado di farlo.
Lo capiamo anche dalle parole post partita dove Inzaghi ha dichiarato
“Dovevamo gestire meglio la partita dopo il vantaggio, gestire meglio dopo il vantaggio; abbiamo concesso troppo e forse avevamo troppa voglia di riprenderla, troppo voglia di vincere…”
Un allenatore che dice queste cose dopo quello che si è visto sul campo, per i suoi errori, (doppio cambio al trentesimo togliendo due giocatori ammoniti, l’ingresso di De Vrij alla fine e due gol che sono arrivati poco dopo) è un allenatore che non ti dà garanzie, che non ti dà speranza, perché perdere una partita ci sta, ci sta soffrire contro l’Udinese a Udine, (perché l’Udinese sta facendo un grande campionato ed è sempre una squadra tosta, ed è sempre una trasferta Tosta), ma se poi vai a fare queste dichiarazioni, mettendoci nei panni del tifoso interista, possiamo immaginare che il tifoso neroazzuro pensi che non ci possa essere futuro, speranza con un allenatore che ha perso il polso della situazione.
Infatti Inzaghi sta attraversando una grossa involuzione.
Come ha giocato l’Inter?
Un Inter che ha offerto poche trame offensive, soprattutto nella prima parte del primo tempo, con grande sofferenza sulle fasce; male anche nei duelli aerei, che sono una prerogativa di casa dell’Udinese, Brozovic ci è sembrato lasciato troppo solo nelle impostazioni.
Troppa conduzione di palla in generale da parte di tutti i giocatori dell’Inter e anche una sofferenza rispetto al ritmo imposto dall’Udinese, che ci è sembrata avere un ritmo più alto rispetto all’Inter un po’ per tutta la partita.
Poche idee per innescare gli attaccanti, e continuano a non esserci sinergie in attacco senza Lukaku.
Pressing insufficiente, tanti cross sbagliati e una grande difficoltà ad uscire da dietro con la palla un po’ per tutta la partita.
Poi nel secondo tempo l’Inter si è resa pericolosa anche su Corner, ma abbastanza imprecisa cercando una verticalità migliore anche con dei filtranti in area, ma senza grossi risultati, tra l’altro con una grossa sofferenza sulle ripartenze ben prima della rimonta dell’Udinese.
Per quanto riguarda l’Udinese, complimenti a Sottil, complimenti alla squadra friulana: squadra tosta, solida, quadrata che sa quello che vuole e lo sa fare e quindi è un avversario veramente temibile.
L’Inter invece risprofonda nella crisi e di nuovo si torna a parlare di possibile esonero per Inzaghi che comunque è più probabile di quello di Allegri.
Analisi della 7a giornata di Serie A – Lazio forza 4
Passando invece alla Lazio, grande prestazione a Cremona contro una squadra che solitamente non fa giocare così bene gli avversari.
Tra l’altro il vantaggio della Lazio è stato di sbloccarla subito e su questo Sarri è stato molto contento dicendo “abbiamo continuato a giocare Dopo il 3-0, ma anche con il primo gol che ha messo la partita in discesa abbiamo continuato ad attaccare per cercare di segnare quindi dobbiamo continuare a proporre gioco come abbiamo fatto nel secondo tempo”
Abbiamo visto una Lazio soprattutto di ritmo, che ha saputo fare pressione alta su una Cremonese che gioca bene, che ha avuto i suoi buoni momenti nel corso della partita sbagliando poi le conclusioni che è il difetto della Cremonese di questa stagione, perché gioca molto bene e produce anche tanto, ma raccoglie poco.
Possesso palla da parte della Lazio non spropositato, un po’ meno nel secondo tempo, ma a larghi tratti della partita.
Tante triangolazioni in zona rifinitura, (il gol del vantaggio di Immobile su assist di Milinkovic Savic ne è un esempio), qualche pericolo corso soprattutto nel primo tempo, ma si è sempre vista una difesa ordinata e aggressiva da parte della Lazio.
Difesa ordinata, ma anche con la giusta aggressività; bene tutto il centrocampo, partita armoniosa, anche con i cambi non si è perso nulla, anzi si è guadagnato in freschezza.
Per la Cremonese è stato molto difficile mantenere il possesso palla senza perderla sotto l’attacco di aggressione della Lazio, e molto difficile andare a riprendere il pallone perché il centrocampo laziale amministrava molto bene il possesso.
In difesa nel secondo tempo si è vista anche una buona reattività e una certa densità in alcune situazioni, quando la Cremonese ha alzato i ritmi e la pericolosità e dobbiamo segnalare un paio di parate importanti di Provedel sul 3 a 0 dove la Cremonese ha provato a fare il gol della bandiera e a rivitalizzarsi per non uscire del tutto disfatta da una partita casalinga.
In conclusione buonissima Lazio, segno che i valori ci sono, la storia del “germe nello spogliatoio” che Sarri ha spiegato nel post partita come una questione di mentalità può essere per il momento accantonata in favore invece di una Lazio che è tornata a macinare campo, macinare gioco a fare il suo tipo di calcio come tra l’altro aveva già fatto all’inizio di questa stagione.
Analisi della 7a giornata di Serie A – Roma – Atalanta: Quanto ha pesato l’assenza di Dybala
Partita probabilmente condizionata dall’infortunio di Dybala che va in nazionale (anche se c’erano dei dubbi) ha avuto un risentimento al flessore durante il riscaldamento pre partita a mezz’ora dal fischio d’inizio e Mourinho su questo non è stato non ha voluto nascondersi dichiarando che “La partita con Dybala sarebbe stata diversa, abbiamo perso una partita che dovevamo vincere facile per come abbiamo giocato quindi male gli zero punti ma bene il gioco” e elenca tutte le situazioni create in attacco nell’area o a ridosso dell’area di rigore, dove Dybala avrebbe fatto la differenza.
Primo infortunio di Dybala con la maglia della Roma dopo tutte le partite da titolare fin qui con anche goal, assist e ottime prestazioni dove è sempre risultato decisivo.
Ed è risultato decisivo anche nell’assenza perché è nell’immediatezza della partita che porta a cambiare i piani dell’allenatore.
Sul fronte Atalanta, partiamo dalle dichiarazione di Gasperini che ha detto: “Abbiamo fatto una partita di grandi applicazione, ho fatto determinati cambi per alzare il pressing sul centrocampo della Roma…per ora va bene vincere poi vedremo come posizionarci in campo un po’ più alti”
Un’Atalanta quindi che si conferma sempre più concreta e sempre meno bella
Un’atalanta aggressiva con un pressing abbastanza intenso nelle fasi iniziali e un baricentro tendenzialmente basso, che sviluppa il gioco prevalentemente sulle fasce, tenendo un basso ritmo di possesso in entrambi i tempi soprattutto nel primo.
L’Atalanta ha veramente costruito pochissimi attacchi sia nel primo che nel secondo tempo, hanno avuto grande attenzione sicuramente in fase di non possesso ed è stato questo il motivo per cui la Roma ha giocato bene ma non è riuscita a concretizzare.
Nel finale ancor di più non hanno mai attaccato lasciando il pallino del gioco totalmente alla Roma che invece ha giocato bene in ampiezza, ha iniziato con qualche palla lunga, qualche cross riducendosi a fare dei tiri da fuori, e creando una serie di occasioni sprecate verso la fine del primo tempo ed è qui che sostanzialmente la Roma ha perso la partita, non riuscendo seriamente a concretizzare le occasioni create.
L’Atalanta è stata sempre molto ordinata, non si è sbilanciata mai, quindi era veramente difficile trovare per la Roma i varchi e gli spazi la Roma nella metà campo avversaria.
Analisi della 7a giornata di Serie A – Milan Napoli: Napoli capolista ma Milan a testa altissima
Milan Napoli ha visto forse le due squadre che in questo momento propongono l’intensità di gioco più alta della serie A.
Entrambe le squadre devono rinunciare ai loro attaccanti di punta: Leao per i rossoneri e Osimehn per gli azzurri, ma probabilmente, la squadra rossonera è quella che ha maggiormente patito la mancanza dell’attaccante, rispetto ad un Napoli che nella fase di attacco in questo momento della stagione può sicuramente disporre di valide alternative per il reparto offensivo.
La partita appare sin dai primi minuti viva, velocissima, conil Milan che aggredisce il centrocampo azzurro con un pressing efficace, che non permette alla squadra di Spalletti di creare e impostare gioco. Dall’altra parte il Milan si affida alla velocità di Theo e ad un ispirato Giroud che apre gli spazi nell’area di rigore per gli inserimenti dei centrocampisti rossoneri.
Il primo tempo si conclude sullo 0 a 0 con un Milan sicuramente più presente del Napoli.
Nel secondo tempo, Pioli si trova costretto ad alcuni cambi che si riveleranno decisivi per l’andamento della gara; cambi obbligati dall’impatto del giorgiano Kvaratskhelia che durante il primo tempo riesce a mettere in difficoltà sia Kjaer che Calabria, entrambi ammoniti, entrambi a rischio espulsione.
ed è infatti la svolta della partita, perchè i cambi di Pioli si rivelano fatali perchè Dest, che sostituisce Calabria, è l’autore del rigore proprio sul Georgiano; rigore trasformato da Politano, che porta in vantaggio il Napoli e che cambia l’impostazione della partita, con un Milan che dovendo cercare il pareggio, si sbilancia e lascia più spazi alla squadra partenopea.
Milan che comunque riesce ad arrivare al pareggio dopo 15 minuti con il gol di Giroud, su assist di Theo Hernandez che dal fondo riesce a mettere un pallone al centro dell’area dove l’attaccante francese riesce ad arrivare prima degli altri e deposita in rete.
Il vantaggio del Napoli arriva dopo 9 minuti, quando Simeone che aveva sostituito Raspadori, riesce a prendere il tempo a Tomori di testa (Tomori che era entrato per sostituire l’ammonito kjaer) e riesce ad insaccare alla sinistra di Maignan.
Per il Milan prima sconfitta in questo campionato, Milan che non perdeva una partita in campionato da Gennaio, mentre per il Napoli, grande prova di maturità, specialmente negli ultimi minuti dove il Milan ha cercato in tutti i modi di arrivare al pareggio.
Entrambe le squadre sicuramente saranno protagoniste di questo campionato, aspettando che le altre “BIG” ritornino a macinare gioco e risultati prima di perdere ancora terreno.
Analisi della 7a giornata di Serie A